Rimane un incubo, il misero campionato della Spal. Doveva, e per quel che si è visto sul campo poteva, essere il giorno del gran rilancio dopo il ritorno alla vittoria sul Cittadella, invece è tornato più forte che mai il puzzo di una retrocessione che avrebbe effetti calcistici devastanti per la piazza. Anche perchè la fortuna – leggi epidemia di influenza pre-partita, traversa di Maistro e respinta sulla linea di Meroni su Pepito Rossi – non si dimostra alleata. La Spal aveva pressochè dominato il primo tempo col suo palleggio. Il Cosenza aveva trovato dieci minuti di sgasate dopo un buon avvio dei biancazzurri, due volte al tiro con Murgia nei primi 10’, ma la squadra di Oddo pareva in controllo e mancava solo (si fa per dire…) nel trovare il gol. Il destro a giro di Maistro incocciava la traversa e rimbalzava in campo, il colpo di testa di Zanellato finiva alto, e Moncini si vedeva due volte fermato dal portiere Micai.
Ritmo basso su un campo già allentato di suo da una bufera poco prima della gara, d’accordo, ma era interesse della Spal non alzarlo troppo e non aizzare la battaglia. Sul fronte opposto Alfonso per 45’ era costretto a un solo intervento su Florenzi. La Spal sembrava superiore, il Cosenza poca cosa, anche se aveva qualche sporadica accelerazione di quelle che i biancazzurri non sono mai capaci di trovare. Poi, in modo quasi inspiegabile, ci metteva del suo Oddo. Dickmann e Tripaldelli erano i più in difficoltà quando i Rispoli, Marras e Crescenzi acceleravano, e il mancino era ammonito: la Spal soffriva sulle fasce laterali, tutto vero. Ma la scelta di convertire la squadra a cinque dietro, con Fiordaliso a destra e Dickmann sul piede sbagliato a sinistra era il contrario di coraggiosa, e rattrappiva la squadra che non riusciva più a proporsi in avanti in modo pericoloso. Da quel momento in poi, la Spal è sparita dal campo.
Dapprima timido e incredulo e via via più convinto, il Cosenza si è fatto sotto e al 19’ ha avuto la ventura di passare in vantaggio con Brescianini su scarico all’indietro di Zilli in un’area che vedeva Dalle Mura e Meccariello poco reattivi. E qui la notte della Spal si è fatta ancora più buia. Solo Alfonso ha impedito più volte con ottimi interventi il raddoppio del Cosenza, che al 94’ lo trovava sì con Nasti, ma in netto fuorigioco con un guardalinee addormentato, col Var a rimediare. A lungo senza la minima reazione come un pugile alle corde che attende solo il colpo di grazia, la Spal è riuscita a raccattare qualcosa solo in fondo, nel dovuto assedio finale. Al 44’ Pepito Rossi matador già lo scorso anno trovava a Micai superato una disperata respinta di Meroni dalla riga di porta, e al 95’ da angolo era Dickmann a impegnare il portiere. Troppo poco e troppo tardi, e solo grazie ad Alfonso e ai gol che si è mangiato il Cosenza. Se non si batte una rivale di questo livello, come si può sperare di cavare le penne nella lotta a sei che sul fondo classifica salverà giusto una concorrente?
Mauro Malaguti
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