Fino a settembre Luisa Lambri è in mostra al Pac di Milano con Autoritratto, mostra fotografica che non vede protagonista il suo volto, però è come se lo facesse. Le opere esposte trasmettono uno sguardo personalissimo sui soggetti scelti: non persone, ma cose, anzi loro frammenti, porzioni, spigoli.
Un racconto di ritagli di architetture periferiche: una finestra illuminata dal sole, i riflessi proiettati su una parete, scampoli di mondo esterno intrappolati nel filtro di una tenda. L’effetto generale è una cosmogonia autonoma, basata sull’intima centralità dell’accessorio.