Coronavirus Lazio, sos anziani. La sanità privata: “Pochi tamponi, dateli a noi. La Regione però ci ignora”

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    I focolai nelle case di cura per anziani e le richieste dei romani che vogliono sottoporsi al test per il coronavirus. Prelievi che i laboratori clinici presto offriranno a 75 euro. Due fronti della stessa questione: in vista della fase 2 dell’epidemia, del tanto auspicato ritorno alla normalità, la corsa ai tamponi e agli screening sierologici continua a tenere banco. Soprattutto tra gli operatori della sanità privata, che sabato hanno scritto di nuovo alla Regione: “La Pisana segua il modello toscano”

    Partendo dai contagi esplosi nelle residenze assistite, che ospitano pazienti in là con gli anni e spesso in condizioni di salute critiche, i privati sono tornati a farsi avanti. L’Aiop, associazione che raccoglie le strutture che erogano il 36% delle prestazioni sanitarie a livello regionale, prima lancia l’allarme sui “ritardi nelle risposte ai tamponi”. Poi spiega di essere pronta a dare una mano nella loro analisi. Sempre sotto il controllo dell’assessorato alla Sanità.

    L’offerta, tornando alla nota sull’emergenza Covid- 19, nasce dai problemi rilevati nelle Rsa: ” Molte segnalano che le risposte dei tamponi eseguiti sia sul personale che sui pazienti sono a 8/10 giorni. Questo non consente di mettere in sicurezza le strutture”. Le storie sono note: ci sono i focolai e i morti di Nerola e Civitavecchia. E, a Roma, le denunce dei parenti dei malati ospitati da Villa Fulvia sull’Appia Nuova e dalla Giovanni XXIII al Laurentino.

    “Non si comprende il motivo per il quale le strutture private accreditate – scrive in merito l’Aiop Lazio – non vengano coinvolte quando i tempi di risposta sono così lunghi. Molte regioni, come la Toscana, stanno portando avanti una campagna di ampliamento dei tamponi coinvolgendo i laboratori privati”.

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