Coronavirus Roma, 143 nuovi casi, 85 in Rsa di Rocca di Papa, la struttura è “zona rossa

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    Oggi registriamo un dato di 143 casi di positività e un trend al 2,9%, i due terzi dei casi giornalieri sono legati prevalentemente a tre cluster e di questi uno molto rilevante, una Rsa di Rocca di Papa, mentre gli altri due fanno riferimento a due case di riposo, una a Fiano Romano e una a Campagnano. Stiamo parlando di 95 casi totali che rappresentano i 2/3 dei casi totali giornalieri”.

    Lo rende noto l’assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, dopo l’odierna videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle Asl, aziende ospedaliere, policlinici universitari e ospedale pediatrico Bambino Gesù.

    “Bisogna mantenere molto alta l’attenzione sulle Rsa e case di riposo – ribadisce D’Amato – non si può abbassare la guardia. Su Rocca di Papa abbiamo richiesto alla Asl Roma 6 e al Seresmi un ‘audit’ per la verifica di tutte le procedure operative adottate e le misure di prevenzione”.

    “Si amplia la forbice tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (17.117) e coloro che sono entrati in sorveglianza (11.771) di circa 6 mila unità – evidenzia – Per quanto riguarda i guariti salgono di 25 unità nelle ultime 24 ore, per un totale di 789, mentre i decessi sono stati 16”. Aperto il bando per medici ed infermieri per le Unità Uscar (Unità speciale di continuità assistenziale regionale) disponibile sul portale regionale (http://www.regione.lazio.it/rl_main/…). Scadenza del bando il 16 aprile.

    Il nuovo focolaio a Rocca Di Papa: cordone sanitario intorno al San Raffaele

    “Appresa la notifica odierna della Asl Roma 6 che ha registrato complessivamente negli ultimi giorni 86 casi COVID-19 positivi e 4 decessi è stata firmata l’ordinanza che impone con decorrenza immediata ulteriori misure di contenimento circa la struttura sanitaria San Raffaele nel comune di Rocca di Papa. L’ordinanza dispone misure che prevedono fino al 28 aprile un cordone sanitario intorno alla struttura con divieto di accesso all’area interdetta salvo che da parte di fornitori e operatori che devono rispettare perentoriamente alcune indicazioni: contingentamento degli accessi, controllo giornaliero di tutto il personale mediante termoscanner e saturimetro. Il personale operante presso la struttura, qualora non sia possibile garantire l’isolamento domiciliare o la permanenza presso spazi all’interno della struttura, verrà accolto presso alberghi situati nella prossimità del comune. Alla Asl Roma 6, considerata l’alta presenza di pazienti positivi e allo scopo di ridurre molteplici spostamenti di degenti in condizioni di fragilità, è demandata la valutazione di ogni iniziativa utile a destinare l’intera struttura o parti di essa all’assistenza di pazienti COVID-19 positivi e in accordo con il sindaco, ogni altra azione ritenuta necessaria in caso di modifica della situazione epidemiologica. I degenti che necessitano di trasferimento in strutture ospedaliere saranno portati a cura dell’Ares 118. Saranno controllati 3 accessi: il primo in direzione Rocca di Papa, il secondo in direzione Velletri e il terzo in direzione Roma.

    D’Amato: “Test sierologici non possono essere business di privati”

    “I test sierologici non sono e non possono essere un business da parte di privati, ma assumono valore solo se inseriti in analisi di sieroprevalenza o in indagini di sorveglianza di popolazione selezionate nell’ambito di specifici programmi quali sono quelli che si intendono attivare nel Lazio su tutto il personale sanitario e sulle forze dell’ordine, che vanno ripetuti in un arco temporale definito e lì dove necessario con verifica del test molecolare”. Lo afferma l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. “I singoli test commerciali effettuati fuori da protocolli nazionali e regionali – prosegue D’Amato in una nota – non assumono alcun significato per il Servizio sanitario regionale e non sono validati dall’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani che ha condotto la sperimentazione. L’epidemia va contrastata innanzitutto sul territorio potenziando i servizi con le Uscar (unità mobili – aperto il bando online sul portale della Regione Lazio che scade giovedì) e con il reclutamento di circa 600 infermieri. Trovo immorale chiedere soldi ai cittadini, già costretti a tanti sacrifici, a volte anche centinaia di euro, senza alcuna validazione scientifica al di fuori di un contesto di analisi di sieroprevalenza addirittura pubblicizzando sui social test Covid come patentino di immunità”, aggiunge l’assessore avvertendo che “non consentiremo a nessuno di fare affari su queste questioni”.

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