Bologna, 17 marzo 2023 – C’è anche l’Emilia Romagna tra le regioni a rischio alto, secondo i dati dell’ultima settimana del ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità. Con lei Liguria, Piemonte e Toscana: aumentano così da due a quattro le regioni con il livello più alto di rischio di contagio.
Ci sono poi nove regioni a rischio moderato e otto a rischio basso, 15 riportano almeno un’allerta di resilienza e 7 molteplici allerta.
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Indice Rt e incidenza
In calo l’indice Rt, ma stabile l’incidenza. Come evidenza il monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute, nel periodo 22 febbraio-7 marzo, “l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,94 (range 0,85-1,09), in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è stabile e sotto la soglia epidemica: Rt=0,87 (0,82-0,92) al 7 marzo contro Rt=0,85 (0,81-0,90) al 28 febbraio”.
L’incidenza settimanale a livello nazionale: 40 ogni 100mila abitanti (10-16 marzo) contro 41 ogni 100.000 abitanti (3-9 marzo).
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Tre anni di Covid: si ricordano le vittime
Anche la Regione Emilia-Romagna celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid domani, 18 marzo. A tre anni dall’inizio della pandemia, in Emilia-Romagna sono 19.320 le persone decedute. Fin dal primo mattino saranno issati a mezz’asta la bandiera tricolore e il vessillo della Regione, mentre la Torre sarà illuminata al tramonto.
“Tre anni fa – ricordano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini – il nostro Paese ha affrontato il dolore della pandemia, che anche in Emilia-Romagna ha colpito molto duramente. Oggi vogliamo dedicare un pensiero a tutte le persone decedute a causa del Covid-19, ai loro famigliari e ai loro cari. Abbiamo il dovere di trasformare il dolore in memoria perché il sacrificio di quelle vite, in modo particolare di chi ha perso la propria per salvare quella degli altri, non sia superfluo”.
“Come anche la pandemia ha dimostrato, dobbiamo continuare a investire sulla sanità pubblica, mettendo al centro le persone e garantendo il diritto alla salute di tutti, nessuno escluso”, hanno aggiunto Bonaccini e Donini.
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