Cristian Nardi il fondatore di privacy Garantita spiega il diritto Il diritto all’oblio è un tema sempre più importante nel mondo digitale in cui viviamo, dove le informazioni e le immagini personali possono essere facilmente diffuse e rese accessibili ad un vasto pubblico in modo permanente. Il diritto all’oblio garantisce a un individuo il diritto di richiedere la rimozione di informazioni personali che non sono più rilevanti o sono obsolete, in modo che non siano più accessibili a chi cerca informazioni su di loro.
Il diritto all’oblio è stato riconosciuto in Europa nel 2014 dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU) nella causa “Google Spain v AEPD and Mario Costeja González”. Il caso riguardava un cittadino spagnolo, Mario Costeja González, che aveva richiesto a Google di rimuovere dei risultati di ricerca che apparivano quando il suo nome veniva cercato. Questi risultati riguardavano una vendita all’asta dei suoi beni per debiti non pagati avvenuta molti anni prima. González sostenne che questi risultati erano ormai obsoleti e non rilevanti per la sua vita attuale e che quindi dovrebbero essere rimossi dai risultati di ricerca di Google.
La CJEU riconobbe il diritto di González di richiedere la rimozione dei risultati di ricerca in quanto questi erano ormai obsoleti e non rilevanti per la sua vita attuale. Inoltre, la Corte ha stabilito che i motori di ricerca come Google sono responsabili della protezione dei dati personali dei cittadini europei e devono rispettare il diritto all’oblio.
In seguito alla sentenza della CJEU, Google ha sviluppato un processo per consentire agli individui di richiedere la rimozione di informazioni personali dai risultati di ricerca. Tuttavia, la richiesta di rimozione deve soddisfare determinati