Anna Graham Hunter rievoca l’episodio avvenuto nell’85. L’attore, 80 anni, si scusa: “Mi dispiace. Non riflette ciò che sono”. Altre accuse nei confronti del produttore e regista Brett Ratner da parte di sei donne
Non si placa lo scandalo sulle molestie sessuali a Hollywood, drammaticamente aperto dal caso Weinstein. Dopo le clamorose accuse contro Kevin Spacey da parte di Anthony Rapp cui si è aggiunto anche il messicano Roberto Cavazos, un nuovo caso coinvolge Dustin Hoffman. La scrittrice Anna Graham Hunter, in una lettera inviata a Hollywood Reporter, sostiene che l’attore, oggi 80enne, la palpeggiò e fece nei suoi confronti allusioni sessuali. L’episodio risale al 1985, quando Hunter, allora 17enne, lavorava come stagista sul set del film Morte di un commesso viaggiatore. “Avevo 17 anni, ora ne ho 49 e capisco meglio. Lui era un predatore, io ero una bambina” scrive la donna. L’attore ha risposto sul Guardian con una dichiarazione di scuse. “Ho il massimo rispetto delle donne e mi dispiace terribilmente che qualsiasi cosa io possa aver fatto possa averla messa in una situazione spiacevole. Mi dispiace. Non riflette ciò che sono”, ha affermato Hoffman.
Anna Graham Hunter nella lettera ricorda di essere stata “inizialmente lusingata” dalle avances, “ma poi, non più”, denuncia che Dustin Hoffman “mi ha chiesto di fargli un massaggio ai piedi nel mio primo giorno di set, e io non l’ho fatto. Flirtava apertamente, mi palpava il sedere, parlava di sesso davanti a me. Una mattina sono andata nel suo camerino a prendere l’ordine per la colazione; mi ha guardato, ha fatto un gran sorriso e si è preso il suo tempo. Poi mi ha detto: ‘Vorrei un uovo sodo, e un clitoride alla coque’. Il suo entourage è scoppiato in una risata. Io sono rimasta senza parole. Sono andata in bagno a piangere”. Anna inviava alla sorella lettere in cui le raccontava le molestie subite: “Oggi, mentre lo accompagnavo alla sua limousine, mi ha toccato il sedere quattro volte. Ogni volta l’ho colpito, duramente, e lui mi rispondeva dicendomi che è un vecchio sporcaccione”. La scrittrice ricorda anche di aver all’epoca confidato quanto successo a un supervisor, che le rispose però di fare “un sacrificio” per il bene della produzione.
Sei donne accusano Brett Ratner di abusi sessuali. Sulla scia del caso Weinstein spunta un altro nome tra i potenti di Hollywood. È quello del regista e produttore Brett Ratner, 48 anni, accusato di violenza sessuale, facendo riferimento a diversi episodi di comportamenti “inappropriati”, molestie e abusi. Olivia Munn, Natasha Henstridge, Katharine Towne, Jaime Ray Newman, Eri Sasaki e Jorina King sono le donne che hanno accusato pubblicamente il regista di Rush Hour (1998), Red Dragon (2002) e X-Men – Conflitto finale (2006), produttore della serie Prison Break. Ratner, attraverso il suo avvocato Martin Singer, ha respinto le accuse. “Ho rappresentato il signor Ratner per due decenni e nessuna donna ha mai presentato una denuncia contro di lui per molestie sessuali o abusi”, ha detto il legale
Il racconto delle attrici. Natasha Henstridge aveva 19 anni e muoveva i primi passi nel mondo della moda quando trascorse una serata con gli amici a casa Ratner, che allora era ventenne. Dopo essersi addormentata guardando un film, – ha spiegato la donna – Henstridge si rese conto di essere rimasta sola con Ratner e fece per lasciare la casa ma il regista la bloccò alla porta e inizio a masturbarsi costringendola a fare sesso orale. Olivia Munn ha raccontato invece che sul set del film After the Sunset (2004), il regista si sarebbe masturbato davanti a lei nella sua roulotte. Dopo questo incidente, nel 2011 Ratner aveva dichiarato pubblicamente di essere andato a letto diverse volte con Munn, per poi ritrattare l’affermazione. L’attrice Katharine Towne ha raccontato invece che durante una festa, dopo che Ratner aveva manifestato il desiderio di avere rapporti sessuale con lei, il regista l’aveva seguita in bagno. “Penso che sia abbastanza aggressivo andare al bagno con qualcuno che non conosci e chiudere la porta”, disse allora Towne. Eri Sasakiaveva 21 anni quando ottenne un lavoro in Rush Hour 2 (2001), diretto da Ratner. “Non diventare famosa?”, sarebbe stata la domanda rivolta dal regista a Sasaki che aveva rifiutato di andare in bagno con lui. Giorni dopo, il regista l’avrebbe invitata nuovamente ad appartarsi con l’offerta di dialogo nel film, ma Sasaki disse nuovamente di no.
Il caso Weinstein. La polizia di Beverly Hills ha annunciato di aver aperto inchieste penali sulle denuncericevute sul conto di Weinstein e dello sceneggiatore e regista James Toback, quest’ultimo al centro, secondo il Los Angeles Times, di accuse da parte di oltre 300 donne. Weinstein è sotto inchiesta per aggressione sessuale e stupro anche a Los Angeles, New York e Londra.