Fotovoltaico, liberalizzati anche i pannelli fino a 200 kW. Tutto quel che c’è da sapere

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    Per installare impianti fotovoltaici fino a 200 kilowatt non saranno più necessari permessi o autorizzazioni speciali: questi interventi rientrano nella “manutenzione ordinaria”, e richiedono il modello unico semplificato. Lo stabilisce il decreto attuativo appena firmato dal ministro Roberto Cingolani, che rende quindi effettivo il Decreto Energia. La norma è valida sia per le case che per gli immobili commerciali, ma anche per “manufatti fuori terra diversi dagli edifici”. Insomma, adesso sarà ancora più semplice installare pannelli solari, ridurre le emissioni e combattere il caro-bollette, anche con impianti di una certa dimensione (era già così fino a 50 kW). Se state ragionando di fare il grande passo – in vista di un inverno che si preannuncia particolarmente duro – nella vostra casa o appartamento, le cose da tenere a mente sono molte, a partire dall’esposizione dell’immobile e dell’eventuale ombreggiamento da parte di alberi o altre case. Considerato che un modulo misura 1,64 x 0,99, per una potenza media di circa 250 watt, una famiglia media di 4/5 persone dovrebbe aver bisogno di circa 12 pannelli fotovoltaici (per una portata di circa 3kWp).

    Photo by Vivint Solar on Unsplash

    Quanto costano? Il prezzo per un impianto di circa 4,8 kWp, che occuperebbe qualcosa come 26 metri quadri, parte dagli 8.000 euro (più Iva). Se però vogliamo le batterie per l’accumulo, e dunque usare l’energia pulita anche la sera e nelle giornate nuvolose, si parte da 19.000 euro. Lo spazio necessario però non riguarda solo i pannelli, ma bisogna tener presente che servirà anche l’inverter, che trasforma la corrente alternata in corrente continua; i quadri elettrici e un contatore bidirezionale, che monitora sia la quantità di energia prelevata che quella immessa in rete (SSP). Come prevedibile, sono esclusi dalla liberalizzazione gli impianti in aree o su immobili di “notevole interesse pubblico”, inclusi i centri e i nuclei storici. È possibile installare gli impianti in edifici vincolati solo se i pannelli vengono integrati nelle coperture oppure non risultino visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici, o ancora se i manti delle coperture sono realizzati in materiali della tradizione locale. Il modello unico semplificato che è possibile utilizzare serve per la realizzazione, ma anche per la modifica, il potenziamento e la connessione dell’impianto. Viene però richiesto che gli stessi impianti siano “ubicati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo attivi e per i quali siano necessari interventi di realizzazione, modifica o sostituzione a regola d’arte dell’impianto per la connessione del gestore di rete eseguiti attraverso lavori semplici; aventi potenza nominale non superiore a 200 kW”. Il decreto stabilisce anche i passaggi formali da seguire: dopo la compilazione del modello unico, da trasmettere in via informatica al gestore di rete competente (GSE), lo stesso gestore dovrà dare l’ok alla richiesta. Avuto esito positivo, l’iter di connessione viene avviato in automatico. Secondo il ministro Cingolani, “ogni gigawatt di potenza elettrica installata potrebbe far risparmiare in media tre miliardi di metri cubi di gas”. E le liberalizzazioni stanno dando i loro effetti: se negli anni passati si installava in media un gigawatt di rinnovabili l’anno, “nei primi cinque mesi del 2022 siamo già a impianti per 5 gigawatt, che hanno chiesto di allacciarsi alla rete di Terna. L’obiettivo di installarne almeno 7 gigawatt all’anno sembra a portata di mano. È il ritmo da tenere fino al 2030, se l’Italia vuole centrare l’obiettivo Ue di tagliare le emissioni di gas serra del 55% a quella data”.

    L’articolo Fotovoltaico, liberalizzati anche i pannelli fino a 200 kW. Tutto quel che c’è da sapere proviene da The Map Report.

    Redazione1

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