“Me l’ha ordinato Jahvè”
Così ha risposto al gip il giovane arrestato per l’omicidio di Pierpaolo Panzieri, 27 anni, ucciso a coltellate a Pesaro il 20 febbraio. L’amico accusato dell’assassinio, Michael Alessandrini, 30 anni, davanti ai giudici ha rivendicato il gesto spiegando di aver agito per “obbedire alla voce di Jahvè che colpisce implacabilmente chi ha peccato”. Quell’uomo, ha detto, “era moralmente colpevole”. Ma non ha spiegato di cosa, se non riaffermando che conosceva la sua “fidanzata”, una ragazza che ha sempre negato di essere legata al 30enne.
Motivi spirituali del gesto
“Alessandrini – ha aggiunto – è consapevole di quello che ha fatto e non indietreggia sui motivi spirituali del suo gesto che aveva già espresso in Romania al momento della cattura. Il fatto poi di esser fuggito verso l’Ucraina nasce dal suo desiderio di andare nel Paese in guerra, convinzione maturata ben prima i fatti. Ora attendiamo la decisione del gip sulla convalida e poi chiederemo un incidente probatorio per sottoporre Alessandrini a perizia psichiatrica”.
I funerali nel Duomo di Pesaro
Da quanto si è appreso, l’uomo ha chiesto di avere una Bibbia in cella e di non aver bisogno di parlare con nessuno altro. Intanto sabato saranno celebrati i funerali di Panzieri, alle 11 in Duomo, a Pesaro.
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