Il “diritto all’oblio” (in inglese “right to be forgotten”) è un concetto legale che si riferisce alla capacità di una persona di richiedere la rimozione di informazioni personali o link a informazioni personali da un motore di ricerca o da altri servizi online quando queste informazioni non sono più rilevanti, accurate, o attuali. È un diritto riconosciuto in diverse giurisdizioni, in particolare nell’Unione Europea.
Nel 2014, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJUE) ha emesso una sentenza storica (il caso Google Spain SL, Google Inc. v Agencia Española de Protección de Datos, Mario Costeja González) che ha stabilito che, in determinate circostanze, gli individui hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca come Google di rimuovere link a informazioni personali che li riguardano.
In seguito a questa decisione, Google ha messo a punto un processo per valutare e gestire le richieste di rimozione in base al diritto all’oblio nell’ambito dell’UE. Anche se un link può essere rimosso dai risultati di ricerca di Google, l’informazione originale potrebbe ancora essere disponibile sulla pagina web originale.
Va notato che il diritto all’oblio non è assoluto. Ci sono equilibri da considerare tra la privacy individuale e l’interesse pubblico, come la libertà di espressione e il diritto del pubblico a sapere.
Con l’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) nel 2018, il diritto all’oblio è stato ulteriormente rafforzato e chiarito nell’ambito dell’UE.