Anni 28, originaria di Anzio (Roma). La giovane regista italiana Eleonora Privitera, che vive e lavora a New York, ci ha raccontato la sua vita, la sua carriera ed il lavoro da insegnante di cinematografia e montaggio alla New York Film Academy.
Ha un forte approccio cinematografico e utilizza le sue capacità di ricerca per scegliere storie rilevanti e urgenti da raccontare.
Eleonora, qual’è il motore alla base delle tue azioni?
Il motore che guida le mie azioni è la necessità di apportare un vero cambiamento nella società. Ho realizzato documentari al fine di sostenere le lotte e i movimenti sociali delle persone.
Ci parli di “An Imminent Threat” e dei riconoscimenti ricevuti?
E’ il mio primo cortometraggio documentario e racconta la storia di un pescatore coinvolto nella lotta contro l’industria petrolifera nel nord della Norvegia. Questo lavoro è stato selezionato e proiettato al “Resilience Festival” di Bologna, all’Orvieto Cinema Festival e ha vinto il secondo premio al “Visioni Italiane Festival” nella categoria tema ambientale nel marzo 2019. Questi riconoscimenti hanno rappresentato un primo importante traguardo per me.
Facciamo prima un passo indietro: formazione e lavoro. C’è stato un momento o un periodo-punto di svolta nella tua professione?
Dopo una formazione accademica in Antropologia Sociale ed un Master di ricerca presso la “London School of Economics and Political Science”, ho deciso di iniziare a sperimentare il video come canale espressivo ed artistico. Il punto di svolta è arrivato proprio a seguito del mio primo corto-documentario di cui parlavamo prima “An Imminent Threat”. E’ stato lì che ho capito che desideravo specializzarmi nel cinema documentaristico.
Eleonora, una curiosità prima di salutarci. Come sono stati i primi mesi di vita a NY?
Piuttosto faticosi a dire il vero. All’inizio è stata molto dura, nonostante avessi già vissuto in grandi città come Londra e Buenos Aires. È talmente tanto dispersiva, frenetica e competitiva che mi ci sono voluti alcuni mesi prima di trovare il mio equilibrio. Oggi, però, sento di aver costruito delle basi solide per continuare ad investire qui il mio futuro e la mia carriera.