Livorno: ragazza sorpresa con l’arma da un professore: denunciata al Tribunale dei minori e sospesa. La preside: siamo scioccati

LIVORNO. Porta in classe un coltello e lo posa sul banco. Chissà se e come voleva impiegarlo, fatto sta che alcune compagne la sentono parlare di un agguato da tendere a qualcuno, forse una coetanea, magari una persona esterna alla scuola. Eccolo, il bullismo declinato al femminile. Teatro una scuola superiore di Livorno (non pubblichiamo il nome dell’istituto per tutelare la privacy della minore protagonista dell’episodio) durante una mattinata di lezioni apparentemente normale, finita con la sospensione della ragazza, scoperta dal professore, e con una denuncia al Tribunale dei minori.
«È la prima volta che mi capita una situazione di bullismo di questa gravità», commenta sconcertata la dirigente dell’istituto. Con la ragazza denunciata, forse la capo-branco, che tra ingenuità e prepotenza, arriva in classe con un coltello dalla lama ricurva di circa 10 centimetri e lo “espone” sul banco. Poi, dopo il sequestro dell’arma, viene sorpresa a parlare con altre ragazzine, in classe, a voce alta, di una sorta di spedizione punitiva contro qualcuno. Tutti la sentono.
«La ragazza è stata sospesa per il possesso del coltello in classe: l’ha messo nello zaino, portato a scuola, tirato fuori sul banco e usato per tagliare la carta. È una cosa allucinante, anche se poi ha detto che non lo avrebbe usato contro nessuno», sottolinea la preside. Per la legge è un’arma quella portata nell’istituto scolastico. In gergo tecnico è “un’arma bianca” e in quanto tale non dovrebbe trovarsi tra i libri e i quaderni di una studentessa minorenne.
Invece c’è. Il professore vede che la ragazza sta tagliando la carta con un oggetto che è molto più di un taglierino. Si fa consegnare il coltello, riferisce alla presidenza il fatto e l’alunna viene sospesa, con tanto di denuncia al Tribunale dei minori e segnalazione sia alla questura sia ai servizi sociali. La preside, rispetto all’accaduto, convoca subito un consiglio disciplinare. In quella sede sono tante le domande che vengono fatte alla studentessa, presente all’incontro: come ha avuto quel coltello? Perché l’ha portato in classe? A che cosa le serviva? Voleva usarlo per aggredire? E nel caso chi? «La ragazza ha risposto che quel coltello lo aveva trovato senza specificare dove e che l’aveva portato in classe per tagliare la carta. Ha detto che non pensava di fare niente di male e che non lo voleva usare contro nessuno: si è giustificata così», continua la preside che ci tiene a ribadire che l’istituto si è attivato immediatamente per risolvere la questione, per ripristinare la normalità in quella classe che non nega essere «un po’ problematica».
La dirigente non manca di commentare anche la presunta aggressione che si stava pianificando in classe: «È una grave forma di bullismo che speriamo di aver fermato con la sospensione di questa ragazza che, va detto, ha una situazione familiare complicata». La studentessa frequenta la prima ed è ripetente. La preside aggiunge: «La ragazza è sospesa, abbiamo parlato a lungo con la famiglia, abbiamo detto loro che la figlia ha bisogno di essere seguita. Come istituto siamo a disposizione del Tribunale dei minori e della famiglia stessa, se occorre, per un percorso comune di recupero. È chiaro che la sospensione da sola non basta: lo abbiamo fatto per tutelare gli studenti, la classe e la scuola, ma siamo disponibili, ribadisco, a essere di aiuto, secondo quanto disposto dagli enti preposti». E chiude: «Ho saputo dai professori che l’atmosfera di quella classe adesso è più tranquilla».