“Questo è un risultato storico per i ricercatori e lo staff della National Ignition Facility che hanno dedicato le loro carriere a vedere l’innesco per fusione diventare realtà, e questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte”. Sono le parole con le quali la segretaria al dipartimento americano per l’Energia Jennifer Granholm ha annunciato la svolta degli Stati Uniti sulla fusione nucleare, dopo la produzione per la prima volta nella storia in un laboratorio della California di una reazione che genera più energia di quella necessaria per innescarla.
Secondo Jill Hruby, sottosegretaria Usa per la sicurezza nucleare, si tratta di un traguardo “che potrebbe rivoluzionare il mondo”.
L’energia da fusione nucleare prodotta negli Usa è stata ottenuta nella National Ignition Facility, che studia la fusione a confinamento inerziale utilizzando i laser. L’esperimento è stato realizzato impiegando 192 laser ad alta energia e “si è svolto – ha spiegato all’Agenzia ANSA Fabrizio Consoli, responsabile del laser per la fusione Abc dell’Enea – all’interno di una camera a vuoto, ossia un contenitore dal quale vengono pompata via l’aria, e i laser sono stati puntati su un contenitore cilindrico forato e lungo alcuni millimetri”.
Sempre all’ANSA, l’esperto di fusione nucleare Stefano Atzeni, dell’Università Sapienza di Roma, ha spiegato che “si tratta di un esperimento di fusione controllata diverso da quelli a confinamento magnetico£ e che si tratta di un “risultato importante perché per la prima volta è stata generata una quantità di energia superiore a quella usata per ottenere la reazione”.
Sono stati infatti generati circa 25 megajoule di energia utilizzando un impulso laser di poco più di 20 megajoule.
Ma qual è, in breve, la differenza tra fusione e fissione? Intervistato da The Map Report la scorsa primavera, Matteo Passoni, presidente del corso di laurea magistrale in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano, ci aveva spiegato :”Nella fissione nucleare c’è un nucleo pesante che rompendosi in due parti porta a liberare energia; nella fusione due nuclei leggeri (con poche unità di protoni e neutroni) che possono fondersi e portare una liberazione di energia. Sono processi nucleari, quindi con importanti similitudini, in cui si libera una quantità di energia milioni di volte superiore rispetto alle reazioni chimiche che ad esempio bruciano il carbone. La differenza principale tra un impianto a fissione e a fusione, dal punto di vista della produzione di energia, è che il primo tipo esiste da decenni, dagli anni ‘60. Gli impianti a fusione invece non esistono ancora, fanno parte della ricerca. Esistono alcuni potenziali vantaggi, nel caso della fusione. La disponibilità di combustibile sarebbe virtualmente illimitata e uniformemente disponibile nelle varie regioni del mondo. I rifiuti radioattivi prodotti, si limitano a quelli meno pericolosi e più facili da gestire: quelli a bassa e media intensità. Inoltre, un impianto a fusione avrebbe una sicurezza ancora maggiore di quelli a fissione”.
Inoltre, come sostiene Francesco Gracceva, Responsabile Analisi del sistema energetico nazionale dell’ENEA, “la capacità della fusione di fornire una produzione costante a emissioni nulle e sicura, a integrazione della generazione da rinnovabili, può garantirle un ruolo nel sistema elettrico del futuro”.
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