“Così dopo oltre un mese arriva il giorno dell’esame: una gastroscopia con biopsia prenotata al Pugliese in largo anticipo. Ci svegliamo alla buon’ora, siamo in provincia, l’appuntamento è per le otto meglio arrivare in anticipo, l’intento non riesce, la strada di montagna a quell’ora è già piena di camion e code di travet che ti rallentano la marcia, la premura di arrivare è dettata dal fatto di essere consapevoli che prima di regolarizzare l’impegnativa il tempo si perde inesorabilmente”. E’ quanto si legge in un post di Alessandro Sirianni, paziente che ha voluto raccontare una storia di buona sanità nell’ospedale Pugliese di Catanzaro.
“Dialogo tranquillizzante e professionale”
“Intanto – scrive -, arriviamo alle otto e un quarto, l’ufficio ticket è già colmo di pazienti, stano servendo il numero del conta-code ORD06, il nostro è ORD67, sono sessanta numeri di scarto, penso: perderemo almeno un’ora. Quello scarto, in meno di dieci minuti è annullato, il display mostra che l’ORD67 devo andare allo sportello 5. Un baleno, così come lo è con molta empatia l’operatrice che ci sbriga forse in due minuti. Nemmeno nella più organizzata clinica privata di cui mi sono servito ad oggi mi ha fatto notare questa celerità. Intanto saliamo al secondo piano, dobbiamo andare in Gastroenterologia, arrivati troviamo la porta del reparto ancora chiusa in attesa c’è un drappello di persone che attendono di entrare. Dopo dieci minuti la porta si apre e un’infermiera con un garbo inusuale raccoglie le impegnative di chi c’era, compresa la mia. Intanto ci accomodiamo, a ritmi cadenzati vengono fatte entrare le persone, io per entrare devo attendere circa 40 minuti, pensavo molto di più visto i pazienti interni che vengono condotti sulle lettighe nel reparto. Mi accomodo nella saletta del dottore, il quale mi chiede i motivi dell’indagine, oltre che leggere le carte che ho portato con esami precedenti. Il dialogo è tranquillizzante, educato e professionale”.
“Il pubblico può offrire una sanità di qualità e cortesia”
“Nel reparto – prosegue – noto che tutti gli operatori si prodigano con zelo. Intanto vengo invitato a compilare i moduli del caso e due infermiere mi delucidano sul da farsi, prima che mi sdraio sul lettino per la gastroscopia. C’è da fare la sedazione, che però io rifiuto, li tranquillizzo, spiegando che ne ho fatte altre senza l’ausilio della sedazione. Per il Dott. Antonio Basile va bene, solo un po’ di spray anestetizzante alla gola e l’indagine ha inizio, il medico ha l’ausilio di due infermiere per effettuare l’indagine e tutto dura una decina di minuti, senza patemi alcuni, nessun trauma nessun imprevisto. Così, tolto il cavo con il videoscopio vengo fatto accomodare dove c’erano i miei vestiti, attendo pochissimo affinché il dott. Basile compili la diagnosi dove nella sua stanzetta mi informa con fare garbato e dettagliato sulle prescrizioni da osservare. In pratica tutto finisce qui, alle dieci circa sono già fuori della struttura. Prima di uscire ho ringraziato gli operatori, uno slancio dovuto al fatto che mi ha condotto all’idea che il pubblico se vuole può offrire una sanità di qualità e cortesia”.
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