il mistero nel mistero cosi pochi ore fa la stampa del prestigioso quotidiano ilcentro.it pubblica un aggiornamento sulla vicenda: «L’unica cosa che ci sentiamo di dire è che speriamo vivamente che la verità venga a galla». A parlare a nome della famiglia è Daniele Monti, nipote di Marco Monti, il 51enne di Città Sant’Angelo morto un anno fa a Silvi, investito da un’automobile davanti allo Zeus. Preferisce non aggiungere altro perché «ci sono ancora indagini in corso e tutta la nostra famiglia non vuole fare altre dichiarazioni». Quello che però è certo è che se inizialmente l’incidente era sembrato una tragica fatalità, nell’ultimo mese le cose sono cambiate. La richiesta della riesumazione del cadavere aveva fatto presagire che si potesse arrivare a una svolta, come del resto è accaduto eri mattina con la notizia dell’arresto del sessantenne Pietro Mercurio accusato di omicidio preterintenzionale per aver spinto Monti, al termine di una colluttazione, sulla strada dove poi l’uomo è stato investito da una vettura. La conferma arriva dall’avvocato Enzo Di Lodovico, incaricato dalla Giesse risarcimenti a cui la famiglia di Monti si è rivolta. «La notizia dell’arresto non ha colto di sorpresa i famigliari della vittima, che avevano capito che qualcosa potesse succedere», spiega il legale, «all’inizio nessuno sospettava che si trattasse di omicidio. I dubbi sono arrivati una ventina di giorni fa, dopo la richiesta fatta dal pm. E prosegue: «I famigliari fin dai primi momenti hanno provato a fare luce su quanto accaduto quella notte, cercando testimonianze, ricostruzioni e immagini. Però che ci potesse essere qualcuno dietro la morte di Marco non lo sospettavano, almeno fino a 20 giorni fa». Secondo la ricostruzione dai carabinieri di Teramo, dietro la lite nata tra i due ci sarebbe una donna che lavorava nel locale e della quale il 51enne era innamorato. Su tale aspetto Di Lodovico si mantiene cauto: «Non sappiamo se i due si conoscessero o se si fossero incontrati solo in quella circostanza.
Ci sono delle indagini in corso che serviranno per fare chiarezza su questo aspetto e sui tanti altri punti della vicenda, resa complicata anche dalla difficoltà nel reperire le informazioni. Valuteremo con la famiglia se costituirci parte civile. Adesso è presto per dirlo. Intanto questo è un primo passo per arrivare alla verità».
autore il centro.it
Adriano De Stephanis