L’artista iraniana Fariba Karimi espone a Roma nella sede di CBA Mostra con le sue opere nello studio legale e tributario
Roma. Le opere dell’artista iraniana, Fariba Karimi saranno esposte all’interno della sede romana di CBA, studio legale e tributario, nel quartiere Parioli- Salario a via Gaetano Donizetti, all’interno della rassegna, “CBA per l’arte”.
Karimi attualmente vive e lavora a Roma, si è laureata in Pittura nel 2006 all’Università̀ di Arte a Teheran e nel 2014 consegue il diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le sue opere resteranno esposte all’interno degli spazi dello studio fino ad aprile 2023. Tra gli ospiti istituzionali anche dell’On. Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati.
Stefano Petrecca, partner dello Studio CBA e responsabile della sede di Roma ha commentato: “CBA per l’arte” vuole promuovere la creatività̀ nelle sue diverse espressioni e, soprattutto, riconoscere nell’arte un’esperienza che arricchisce costantemente, sia a livello personale sia collettivo. La sede di Roma ha il piacere di ospitare il secondo appuntamento di questo progetto sostenuto dalla passione e dalla curiosità̀ dei professionisti per il mondo dell’arte, in particolare dell’arte contemporanea, avvalorate da una profonda competenza legale e fiscale in tutti gli ambiti del diritto dell’arte. In questo particolare momento storico ci sembra essenziale e doveroso dare spazio ad artiste come Fariba Karimi, la cui storia vissuta, l’esperienza nel suo paese e nel contesto internazionale sono l’espressione di quanto l’arte e gli artisti siano motore del cambiamento e faro illuminante.”, ha commentato Stefano Petrecca, partner dello Studio CBA e responsabile della sede di Roma.
CBA è uno studio legale e tributario con un’esperienza trentennale, oltre 120 professionisti e cinque sedi tra Italia e Germania, caratterizzato da una visione e ambizione internazionale consolidata negli anni grazie alle competenze dei nostri professionisti e alle relazioni bilaterali forti con studi legali di tutto il mondo e una conoscenza profonda del territorio e delle aziende, banche, istituzioni italiane ed europee. In un mercato sempre più̀ complesso e alla ricerca di servizi professionali integrati e flessibili, CBA si focalizza sulla sempre crescente esigenza di essere vicini ai propri clienti e partner. Per questo CBA punta sulla sede di Roma per continuare ad essere sempre maggiormente radicato sul territorio con un rapporto diretto ed efficace con il tessuto imprenditoriale e con le istituzioni.
Fariba Karimi nel testo critico di Ferdinando Vicentini Orgnani
Una dettagliata e attenta descrizione dell’artista l’ha stilata Ferdinando Vicentini Orgnani – scrittore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Ferdinando Vicentini Orgnani conosce molto bene Fariba Karimi in quanto è stata protagonista di una puntata del suo documentario “L’Occhio Indiscreto”.
“Per me che la conosco bene è difficile scindere il lavoro di Fariba Karimi dalle complesse vicissitudini della sua vita. Certo, ognuno di noi è in buona parte il risultato delle circostanze nelle quali si è trovato a vivere ma in questo caso, non solo per la componente esotica e drammatica della sua provenienza, questo aspetto mi
sembra centrale.
“La natura umana è abitare un mondo ma sognarne un altro. L’opera d’arte sta nel mezzo, tra il mondo in cui si è gettati a vivere e il mondo che in fondo si sogna”.
Così diceva un grande scrittore ormai quasi dimenticato. Questa artista ha vissuto due mondi molto diversi tra loro che pure hanno delle similitudini per la ricchezza di una cultura millenaria. La scelta di avventurarsi in occidente, e proprio a Roma, dove ha costruito la sua seconda vita, ovviamente non è casuale. L’arte, con l’utilizzo di un linguaggio universale, archetipo, crea dei collegamenti tra mondi diversi in maniera spontanea e inevitabile, ma allo stesso tempo si pone come coscienza critica, un effetto e uno strumento per consegnare, dove possibile, un messaggio. La voce di Fariba Karimi è forte e autorevole, sempre essenziale, sia nelle sue parole che nella ricerca per definire forme ed equilibri nello spazio di una carta o di una tela. La sua tavolozza è rigorosamente limitata a pochi colori che ritornano sempre con novità sorprendenti nella forma e nelle combinazioni, frammenti di bellezza rubati a un regno segreto, riportati alla luce in uno spazio che non limita ma definisce. La maggior parte dei suoi lavori sono in bianco e nero con qualche sfumatura di grigio ma ogni tanto usa i colori, i suoi tre colori: uno speciale rosso, un blu accesso, che si avvicina al cobalto, e un azzurro intenso.
Nelle delicate sovrapposizioni dei collage c’è il suggerimento della costante trasformazione insita nel confronto e nelle vicinanze, come il bianco che appanna il nero senza però cancellarlo, come nelle lontananze delle forme cromatiche che si fronteggiano nel perfetto equilibrio della disposizione. Le astrazioni di Fariba Karimi sono così precise e taglienti, così definite nei dettagli e mai casuali, perché si fondano sulla profonda conoscenza della tecnica del disegno, della cultura classica di due grandi tradizioni che nel suo lavoro si fondono alla perfezione.
Entrando per la prima volta nel mondo variegato e complesso della sua pittura mi è sembrato subito di trovarmi davanti a dei piccoli miracoli di equilibrio e bellezza che ogni volta ti sorprendono, senza mai svelare come dalla pagina bianca si è potuti arrivare a quel risultato. Credo che il grande valore di questa artista sia anche nella conservazione del mistero: un codice segreto che sembra essere la matrice comune, il paradigma del suo lavoro, la magia di una composizione che ti parla senza però rivelare nulla di estraneo alla semplice percezione.
Come per i suoi lavori anche lei, questa donna che ha scelto di vivere in un altro paese, mantiene una speciale discrezione, una riservatezza aristocratica ma inclusiva, una melanconia che persiste nella solitudine della sua creazione artistica.
Nonostante la sua posizione pericolosamente critica verso le limitazioni della libertà e la feroce teocrazia del suo paese, Fariba Karimi è una decisa promotrice e sostenitrice dell’Iran per il costante rimando alla sua provenienza e al valore speciale che ritrova nelle sue radici. Ancora la contaminazione tra due culture lontane, lo sdoppiamento di una vita idealmente sospesa tra Roma e Teheran. Un altro grande scrittore, Adelbert von Chamisso, spiegava così la sensazione del suo sdoppiamento: “Mi sento francese in Germania e tedesco in Francia, protestante in terra cattolica e cattolico in terra protestante”.
Questo essere sempre “altrove” è forse un altro motivo che porta Fariba a un’arte così matura e definita, senza sbavature, senza tracce di dubbio o incertezze. Avendo a che fare con una giovane donna (nata nel 1981) c’è da chiedersi quale potrà essere la sua
evoluzione se già la sua arte appare così solida, definita e personale. Anche nella varietà il suo segno è già ben riconoscibile. Dalla semplice osservazione dei suoi disegni e ben visibile come riesca a coniugare alla perfezione “narrazioni pittoriche” che passano dalla delicatezza evanescente di un pastello al segno quasi violento di una forma composita, al contrappunto cromatico. Sarà bene continuare a seguirla perché contro l’appiattimento dell’omologazione e lontana dal vuoto e degradante “ethnic kitsch” che domina i nuovi mercati dell’arte, è certo che Fariba Karimi ci riserverà delle sorprese.”