Napoli, l’estate della Contemporanea

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    La passione di Napoli per l’arte contemporanea non è una cosa nuova e non si tratta di sola passione, ma di legami, mostre, competenze di persone e artisti che, di fatto, hanno lasciato diversi segni nella storia culturale della città partenopea. La memoria va indietro fino agli anni Settanta e ottanta e a nomi come quello del gallerista Lucio Amelio e dell’artista Andy Wharol che, proprio al Vesuvio, dedicò una delle sue celebri opere pop nel 1985, ora in mostra nel terzo piano del Museo di Capodimonte dove riapre, dal 14 luglio, la sezione contemporanea. La raccolta vanta oltre 90 capolavori, da Burri a Pistoletto, passando per Merz: una collezione prima visitabile solo su appuntamento ora, invece, accessibile con ingresso dalle 8.30 alle 19.30. Sarà possibile visitarla anche utilizzando la nuova Artecard che unisce in un circuito unico sedi espositive di Napoli e di Caserta.

    LE IMMAGINI

    La riapertura del museo Capodimonte al contemporaneo è in linea con una sensibilità mai assopita della città partenopea  nei confronti delle arti dei nostri tempi. Basta leggere le cronache di questi giorni.  L’artista Rosaria Roxy Bosso – Roxy in the box- che da anni porta avanti il suo inconfondibile lavoro su figure e icone dei nostri tempi, nelle ultime settimane ha destato anche l’attenzione degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana (a Napoli per la sfilata che ha segnato i trenta anni di attività di D&G) che hanno ammirato, insieme a tutta la città, le sue opere colorate sui muri di vico dei Maiorani e dintorni.

    L’arte contemporanea a Napoli si trova anche nel Museo Archeologico Nazionale. Anche in questo caso, oltre a poter ammirare le collezioni di arte antica, sono in programma mostre temporanee di nomi dei nostri tempi, come “Codex” di Antonio Biasiucci (1961), a cura di Gianluca Riccio, promossa dalla Fondazione Banco di Napoli all’interno del progetto culturale il Cartastorie, e “Pontifex Maximus” dell’ artista russo Alexey Morosov (1974), promossa dal Museo d’Arte Moderna di Mosca e curata da Kristina  Krasnyanskaya e Alessandro Romanini. La personale di Morosov raccoglie trenta opere ed è stata concepita appositamente per il museo archeologico, rifacendosi all’iconografia classica  e rielaborandola in maniera attuale, tanto attuale che in una delle statue di stile classico, realizzate in marmo o bronzo fuso a Piatrasanta, spunta anche uno smartphone.

    Info utili

    http://www.museocapodimonte.beniculturali.it

    http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale

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