Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino
E chi si perde è di Berlino. Non è difficile da capire.
Il nucleo dei trattati europei è chiaramente incompatibile e opposto alla nostra Costituzione. Non ci si può perdere nel centro di Bologna, a meno che non si sia di Berlino. Non è difficile da capire.
Chi dichiara di essere contro i trattati europei non può agire politicamente in contraddizione con ciò. Dunque non può dar vita ad alleanze con forze euriste continuando a dirsi sovranista. Non ci si può perdere nel centro di Bologna, a meno di essere di Berlino. Non è difficile da capire.
Chi vi avvicina invitandovi ad aderire a un progetto politico sovranista e poi stringe alleanze con forze euriste vi sta offendendo, perché delle due l’una: o ha pensato che siete citrulli, oppure immaginato che, una volta entrati, vi sareste lasciati sedurre dalla concessione di qualche miserando ruolo tale da convincervi a rimanere. Non ci si può perdere nel centro di Bologna, a meno di essere di Berlino. Non è difficile da capire.
Chi entra in un progetto politico sovranista, dichiarando dunque di essere contro i trattati europei, e subito dopo comincia a proporre nuovi temi, dai vaccini alle scie chimiche, è un mentecatto oppure un agente della Regina di Prussia. Non ci si può perdere nel centro di Bologna, a meno di essere di Berlino. Non è difficile da capire.
Chi, pur denunciando il disastro causato dall’adesione all’euro e all’UE, tuttavia rinuncia all’impegno politico, dimostra senza ombra di dubbio di tenere famiglia. Un’opzione legittima e degna di rispetto, ma non un esempio da additare. Non ci si può perdere nel centro di Bologna, a meno di essere di Berlino. Non è difficile da capire.
La grande caccia al “tesssòro dei sovranisti”
L’entrismo
L’entrismo è una tattica che consiste nell’inquinare la coerenza del messaggio politico della controparte utilizzando due metodi: a) infiltrare i quadri dell’avversario con propri elementi e b) corrompendone parte dei leader con promesse di ricompense di vario genere, in modo esplicito o, più spesso, in modo ellittico, così da favorire mutamenti della linea politica. Tanto più efficaci risultano entrambi i metodi, quanto più si avvicina un importante appuntamento elettorale, fallendo il quale l’avversario politico viene ricondotto all’ininfluenza.
L’entrismo del primo tipo è più facile da praticare utilizzando elementi di forze politiche che, sebbene facciano parte della stessa tradizione del vero avversario politico, siano in realtà inglobate nel sistema di potere dominante. Sono, insomma, i macellai col grembiulino rosa, sul quale gli schizzi di sangue si vedono di meno. L’entrismo del secondo tipo fa leva sulle debolezze umane, cioè sul fatto che ai margini del sistema di potere dominante ci sono sempre singoli individui, o piccoli gruppi, che si sentono frustrati perché estromessi dal sistema di ricompense e, in virtù di ciò, tendono ad avvicinarsi all’opposizione reale nella speranza di ottenere un minimo di visibilià, ma sono sempre lèsti nel tornare all’ovile al primo richiamo dei cani pastore.
Ovviamente le tecniche entriste non si esauriscono in ciò, essendovene di ben più sofisticate da porre in atto nella malaugurata ipotesi che l’avversario politico riesca, a dispetto di tutto, a crescere e a diventare man mano più forte. Tuttavia, per il momento, possiamo limitarci a considerare solo quelle già esposte, proponendo qualche semplice contromisura.
La principale contromisura per una forza di opposizione reale è, ovviamente, quella di dotarsi di una struttura decisionale allargata e rigorosamente democratica, sì da impedire che le decisioni importanti siano prese da un singolo leader o da una ristretta cerchia. Corrompere qualche centinaio, o migliaio, di quadri nelle cui mani risieda il vero processo decisionale è molto più difficile che farlo con un singolo individuo o una ristretta cerchia. Una solida forza politica di opposizione reale, che non sia cioè un gatekeeper, ha tutto l’interesse a mettere mano, al più presto, alla democratizzazione del processo decisionale. Tuttavia, quando la forza di opposizione reale è ancora allo stato nascente, la scarsezza di quadri e militanti non consente questa opzione, ragion per cui non resta che affidarsi alla coerenza logica della linea politica. Anzi, quanto più si è lontani dalla possibilità di costruire una struttura decisionale larga e democratica, tanto più è necessario fare affidamento sulla coerenza e sulla logica nel costruire e portare avanti una linea politica. La situazione attuale delle forze sovraniste è, oggi, quella testé descritta. La linea politica deve dunque essere radicale, logica e coerente, soprattutto in vista di un appuntamento elettorale nel quale il risultato vincente non può certamente essere quello di avere la maggioranza, bensì assurgere, finalmente, a visibilità. Il vero obiettivo di una partecipazione alle prossime elezioni politiche essendo quello di lanciare un segnale verso il basso, dimostrando che una testa di ponte è stata conquistata e chiamando ulteriori forze popolari alla sua difesa.