Il commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevičius ha presentato a Bruxelles un pacchetto di misure per migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura all’interno dell’UE. Il pacchetto si basa su quattro elementi: in primis, una comunicazione sulla transizione energetica del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’Ue; a seguire un Piano d’azione per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente (Marine Action Plan); infine, una comunicazione sulla politica comune della pesca oggi e domani, e una relazione sull’organizzazione comune dei mercati dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura.
Obbiettivi? Promuovere l’uso di fonti energetiche più pulite e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, nonché ridurre l’impatto del settore sugli ecosistemi marini.
La Commissione specifica che le azioni proposte saranno attuate gradualmente per aiutare il settore ad adattarsi.
Inoltre, attraverso la collaborazione degli Stati membri e i vari stakeholder del settore (tra cui pescatori, organizzazioni di produttori, consigli consultivi regionali, società civile e scienziati), questo nuovo patto per la pesca e per gli oceani implementerà la già esistente Common Fisheries Policy (CFP), “politica comune della pesca”, un insieme di norme per la gestione sostenibile delle flotte pescherecce europee e la conservazione degli stock ittici.
Settore della pesca e dell’acquacoltura a zero emissioni nette entro il 2050
L’attuale dipendenza del settore dai combustibili fossili non è solo insostenibile dal punto di vista ambientale, ma lo rende anche vulnerabile agli aumenti dei prezzi dell’energia.
Quando i prezzi del carburante sono aumentati nel 2021 e nel 2022, molte navi sono rimaste in porto e il settore ha avuto bisogno di sostegno finanziario poiché gran parte della flotta peschereccia dell’UE non era in grado di coprire i costi operativi. Analogamente, l’acquacoltura è stata esposta a prezzi più elevati sia del carburante che dei mangimi.
Per queste ragioni la Commissione punta a passare a fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, per definire un settore della pesca e dell’acquacoltura climaticamente neutro, in linea con una delle ambizioni del Green Deal europeo di raggiungere la neutralità climatica nell’UE entro il 2050.
Piano d’azione per l’ambiente marino
Come si diceva, la Commissione ha anche presentato un piano d’azione per la protezione dell’ambiente marino, con il quale propone di regolamentare le pratiche e gli strumenti usati per la pesca, coerentemente con la strategia dell’UE di proteggere il 30% degli oceani entro il 2030.
Tra le priorità del piano vi è quella di proteggere le aree marine protette (AMP), importantissimi punti caldi di biodiversità marina dell’UE. Pertanto, la Commissione invita gli Stati membri a proporre raccomandazioni congiunte e ad adottare misure nazionali per eliminare gradualmente la pesca a strascico in tutte le AMP entro il 2030, con l’obiettivo di ridurre le catture accidentali di specie marine minacciate, e non consentirla in nessuna AMP di nuova costituzione.
Le prime misure dovrebbero entrare in vigore a marzo 2024 e dovrebbero riguardare i siti Natura 2000, la rete di aree protette identificata dall’Unione europea per la difesa e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali e identificati come prioritari dagli Stati membri dell’Unione europea.
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