Patrick Zaki compie 30 anni in carcere, dopo 493 giorni senza processo

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    Da quando è stato arrestato, un anno fa, non è stato ancora sottoposto a processo. I giudici del Cairo rinnovano di udienza in udienza i periodi di detenzione

    (Foto: Roberto Brancolini)

    Oggi Patrick Zaki compie 30 anni e per la seconda volta dovrà passare il suo compleanno in una prigione del Cairo. Lo studente dell’università di Bologna è stato arrestato nel febbraio dell’anno scorso con l’accusa di aver diffuso contenuti di “propaganda sovversiva su internet”, da un account Facebook che è stato sequestrato dalla procura egiziana e che è ritenuto falso dalla difesa del giovane.

    Da quel 7 febbraio del 2020, nonostante gli appelli di autorità, partiti, associazioni per i diritti umani e una mozione depositata in Senato per concedere a Zaki la cittadinanza italiana, il regime del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi si è rifiutato di aprire un vero processo, scarcerarlo o di mediare per arrivare a una risoluzione della controversia. Mentre il giudice del Cairo incaricato di decidere sul destino di Zaki non fa altro che rinnovare la sua detenzione di 45 giorni alla volta, udienza dopo udienza. L’ultima, tenutasi lo scorso 3 giugno, è avvenuta a porte chiuse, senza avvocati o gli osservatori delle ambasciate. Riccardo Noury, portavoce della ong Amnesty international Italia intervistato dall’Huffington post, ha spiegato che secondo la legge egiziana queste proroghe potranno continuare per un altro anno fino al 7 febbraio 2022. Tuttavia, ha proseguito Noury, il governo potrebbe anche avanzare nuove accuse che possano giustificare “in maniera strumentale” un prolungamento della detenzione.

    Nel frattempo, secondo i suoi legali, le condizioni di salute di Zaki sono peggiorate durante la detenzione e all’ultima udienza gli è anche stato diagnosticato un disturbo depressivo, ha riferito Fanpage. Inoltre, nonostante soffra di asma, le autorità del Cairo si sono anche rifiutate di vaccinare lo studente contro Covid-19, ignorando le richieste dell’avvocato e della famiglia, hanno riferito da Amnesty.

    In Italia, molti Comuni stanno continuando a dare la cittadinanza onoraria al ragazzo in segno di solidarietà. Tuttavia, ricorda L’Espresso, diverse amministrazioni guidate dal centrodestra si stanno rifiutando di fare altrettanto, come Genova o Treviso. Mentre nella giornata di oggi, la città di Bologna ha lanciato diverse iniziative per portare avanti la causa della liberazione del giovane studente. Assieme all’università hanno organizzato la mostra Patrick patrimonio dell’umanità, sotto ai portici che conducono alla basilica di San Luca per ricordare le storie di 50 prigionieri di coscienza, arrestati in 13 paesi, tra cui lo stesso Zaki.