Perché il primo maggio è la Festa dei lavoratori

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    Le radici della festa rimandano alla fine dell’Ottocento ma il tema dei diritti sul lavoro è decisamente attuale

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    (foto: Pavlofox / Pixabay)

    Il primo maggio è la Festa del lavoro, una data importante sulle cui origini vale sempre la pena tornare. Il primo maggio si festeggia infatti per ricordare le lotte del passato, e gli obiettivi raggiunti dal movimento dei lavoratori, ma anche per continuare a parlare di diritti e prospettive, in uno spirito di solidarietà transnazionale. Una festa mondiale, anche se negli Stati Uniti e in Canada il Labor Day cade a settembre, nel primo lunedì del mese.

    Chi invece si chiede il perché della data del primo maggio, deve risalire al 1889, anno in cui la Seconda internazionale, riunita in congresso a Parigi, decise di promuovere in tutto il mondo, e in maniera simultanea, una manifestazione per consentire ai lavoratori di affermare la richiesta di più equità, a partire dal numero di ore di lavoro. Una decisione che arriva al termine di un processo più lungo di maturazione su temi e scopi della lotta nel movimento operaio internazionale.

    La scelta cadde sul 1° maggio, non mancando precedenti importanti: le manifestazioni tenutesi negli Usa in tal data nel 1886 ma anche i fatti del 4 maggio 1886, a Chicago dove, a seguito di una violenta repressione, lo scontro tra polizia, lavoratori e anarchici culminò nell’episodio noto come Haymarket Riot. Morti e condanne, connesse a quei fatti, segnarono un momento di svolta più complessivo per il tema dei diritti in ambito lavorativo negli Stati Uniti.

    Una tradizione, quella del primo maggio che, tra Ottocento e Novecento, ha rispecchiato anche il mutare delle lotte e che ha saputo agganciarsi alle rivendicazioni politiche e sociali del momento, non necessariamente legate solo al lavoro. Il caso italiano dimostra anche che nemmeno le feste, e il loro significato, sono garantite per sempre: nel ventennio fascista, il primo maggio non si festeggiava. Si riprende dopo la liberazione, e si arriva ai giorni nostri: la domanda sul senso e sull’attualità della festa a volte torna, in uno scenario dove non mancano nuove sfide, a dimostrazione che il tema è vivo e meritevole di approfondimento e valorizzazione.

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