Quando i bradipi erano anche carnivori

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    Bradipo (Javier Mazzeo/Unsplash)
    Bradipo (Javier Mazzeo/Unsplash)

    Pacifico, estremamente lento, erbivoro devoto: ecco la classica immagine del bradipo, animale che popola le foreste pluviali del Sud America. Ora, dimenticatela per un attimo: sembra che il bradipo di Darwin, un antico (ed enorme) cugino dei moderni bradipi, si cibasse anche di carne. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di paleontologi guidati da Julia Tejada dell’Università di Montpellier in Francia. I ricercatori, analizzando la composizione chimica degli amminoacidi contenuti nei fossili di questi antichi mammiferi e confrontandola con campioni di bradipi viventi, formichieri e altri animali moderni, hanno rilevato la presenza di un particolare amminoacido compatibile con una dieta onnivora, e non esclusivamente basata su vegetali, come si pensava finora. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

    Illustrazione: rielaborazione di Jorge Blanco

    Perché i bradipi?

    Sede di più della metà di tutti gli esseri viventi della Terra, il Sud America contiene la più grande diversità di mammiferi esistenti rispetto a qualsiasi continente, rappresentando un prezioso terreno di studio per chi indaga gli ecosistemi moderni. Poco si sa, invece, dei mammiferi che popolavano il Sud America prima dell’ultima era glaciale del Pleistocene, quando, circa 10.000 anni fa, si estinse oltre l’80% dei grandi mammiferi. I bradipi, però, (insieme ad altri animali come formichieri, armadilli e parenti stretti estinti) hanno rappresentato una componente fondamentale di questi ecosistemi. Per i ricercatori, quindi, indagare il modo in cui questi mammiferi si nutrissero in passato è fondamentale per comprendere l’evoluzione della biodiversità tropicale, nonché l’interazione tra disponibilità di risorse e le funzioni ecologiche dei mammiferi.

    Non che, finora, ci fossero molti dubbi sull’alimentazione di questi animali. Tutte le moderne specie di bradipo sono erbivore e la comunità scientifica ha sempre concordato nel considerare che anche i bradipi antichi (i cosiddetti “bradipi fossili”) fossero erbivori, anche in base alla forma del loro cranio e dei denti. Eppure, tutte queste prove, dalle strutture dentali alla biomeccanica della mascella, non hanno mai escluso l’ingestione di carne, magari tessuti molli animali che non richiedessero, per essere mangiati, una dentatura come quella dei carnivori. Alcune specie di bradipi potrebbero essere state molto più versatili di quello che si crede.

    Carne solo all’occasione

    Proprio per scoprire più dettagli sugli ecosistemi prima dell’era glaciale, i ricercatori dell’università francese hanno voluto indagare più a fondo la dieta di alcuni bradipi vissuti in quel periodo. Per esempio, il bradipo terrestre di Darwin (nome scientifico Mylodon darwinii), un antico “cugino” dei bradipi moderni, ampiamente diffuso in Sud America e che poteva crescere oltre tre metri di lunghezza e pesare fino a due tonnellate.

    Gli scienziati hanno prelevato i peli fossili del bradipo di Darwin e ne hanno valutato la composizione chimica degli amminoacidi (le piccole molecole che costituiscono le proteine) e li hanno confrontati con quelli di un altro bradipo antico, il Bradipo Shasta (Nothrotheriops shastensis) e anche con campioni di bradipi viventi, formichieri e altri animali onnivori. In particolare, è stata valutata la concentrazione degli isotopi di azoto, ovvero le diverse forme dell’elemento chimico principale degli amminoacidi, in quanto variano notevolmente tra le diverse fonti di cibo e tra gli ecosistemi. I dati dell’analisi sugli isotopi, quindi, hanno rivelato che mentre la dieta del bradipo di Shasta era esclusivamente a base vegetale, il bradipo di Darwin era anche onnivoro.

    Questi risultati, che forniscono la prima prova diretta dell’onnivorismo in un’antica specie di bradipo, richiedono una rivalutazione dell’intera struttura ecologica delle comunità di mammiferi nel Cenozoico del Sud America, poiché i bradipi hanno rappresentato una componente importante di questi ecosistemi negli ultimi 34 milioni di anni”, scrivono i ricercatori nell’articolo. Infatti, sebbene la struttura del cranio fosse diversa da quella dei carnivori, il bradipo di Darwin potrebbe comunque aver approfittato di pasti a base di carne di animali già uccisi qualora gli si fosse presentata l’occasione, riempendo una nicchia ecologica finora considerata vacante.

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