L’episodio, tragico, risale all’8 luglio del 2019 quando in un appartamento in zona Monte Mario fu trovata morta una ragazza di 31 anni. La giovane era scomparsa da due giorni, non rispondeva più al telefono e così i genitori chiamarono il Numero Unico per le Emergenze.
I soccorsi, arrivati sul posto, non poterono far altri che costatarne il decesso. Accanto al corpo privo di vita della giovane gli investigatori trovarono della sostanza stupefacente e materiale per l’assunzione della droga. E’ da lì che, dopo l’esito dell’esame autoptico che confermò l’overdose, iniziarono le indagini.
Il lavoro dei militari dell’Arma, fatto di analisi tecniche e rilievi sfruttando le celle telefoniche della zona, ha permesso di scoprire e sgominare l’esistenza di un traffico di cocaina ad opera di un gruppo di albanesi nella zona nord di Roma. I tre pusher avevano un modo ormai definito per vendere la “merce”: c’era chi prendeva le ordinazioni telefoniche e chi consegnava le dosi a domicilio.
E’ così che, grazie alle indagini durate mesi, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di uno dei tre fermati, il quale avrebbe ceduto la dose letale alla ragazza deceduta. Il 20 aprile è poi scattato il blitz.
I tre stavano pianificando la fuga, confermata da alcune intercettazioni captate dall’Arma. Da Roma avevano affittato un mezzo Ncc e si stavano dirigendo a Bari dove, da lì, avrebbero poi raggiunto l’Albania. L’operazione dei carabinieri però ha bloccato i loro piani.
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