Cosi riportava i quotidiani nel 2010 ilpuntoamezzogiorno.it una stori tremenda che sconvolse l’intera Italia. sequestro di persona ed occultamento di cadavere. Con queste pesanti accuse è finito in carcere Vincenzo Nappi, imprenditore campano titolare di una rimessa di Camion a Piedimonte San Germano. Sarebbe stato lui con l’aiuto di un complice Fortunato Cusano 33 anni, oggi irreperibile, a sequestrare, torturare e poi sciogliere nell’acido Ivan Misu, operaio rumeno di 42 anni impiegato da diversi mesi nella rimessa di camion di Piedimonte (Clicca per la video notizia). La furia omicida dell’imprenditore è stata scatenata da un ammanco di gasolio, pochi litri, che ha condotto al Misu.
Vincenzo Nappi la notte tra l’11 ed il 12 maggio 2007 avrebbe così disposto il sequestro dell’operaio rumeno al fine di tagliargli l’orecchio, picchiarlo a sangue fino alla morte e poi scioglierne il cadavere nell’acido per togliere ogni traccia dell’omicidio. Quest’ultimo passaggio del disegno criminoso sarebbe stato messo a segno nelle campagne avellinesi.
La vicenda ricorda Giuseppe di Matteo vittima del più ripugnante delitto di mafia, il ragazzo, 15 anni, fu sciolto nell’acido nitrico per ordine di Matteo Messina Denaro e altri boss mafiosi. Due anni prima, da bambino, era stato sequestrato con uno stratagemma vile. In quel periodo Santino Di Matteo, padre del ragazzo, stava collaborando con lo Stato. L’omicidio di Giuseppe mise fine all’idea che la Mafia, in base ad un codice comportamentale, non toccava i bambini.
Ma tornando a oggi: Le indagini sono partite solo due anni dopo nel novembre del 2009 quando la sorella di Ivan Misu arriva in Italia dalla Romania e si presenta in questura a Frosinone per denunciare la scomparsa del fratello. Vengono interrogati i familiari in Romania dagli agenti dell’interpool, in Italia la squadra mobile coordinata da Carlo Bianchi in sinergia con il reparto operativo del comando provinciale di Frosinone batte a tappeto la zona spostandosi lungo la bassa Ciociaria secondo le indicazioni ricavate da testimonianze, intercettazioni telefoniche delle conversazioni del Nappi con i suoi sottoposti. Una fitta rete di indagini che ha poi stretto il cerchio sull’imprenditore di Avellino e il suo complice di Santa Maria Capua Vetere attualmente latitante. Un delitto efferato e sproporzionato rispetto al reato di furto compiuto dall’operaio rumeno. Questo il commento del Procuratore capo della Repubblica di Cassino Mario Mercone che plaude alla collaborazione tra polizia e carabinieri nella risoluzione di questo caso che ha interessato Italia e Romania. Dopo la cronaca e il dettaglio delle indagini resta da chiarire un punto. Chi è Vincenzo Nappi?. Sicuramente una persona dal temperamento violento – ha aggiunto il procuratore Mercone. Una persona che secondo numerose testimonianze, ha sempre minacciato le persone del suo entourage lavorativo con l’aggravante di scioglierle nell’acido. Un disegno omicida che terrorizzava. A carico dell’imprenditore di Avellino nessun precedente penale se non il fatto che la sua attività in Piedimonte fosse abusiva e gli operai lavorassero in nero per poche centinaia di euro al mese. Una paga misera che Invan Misu forse arrotondava con qualche cresta costatagli la vita.
Aggiornamento: Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo due anni dall’arresto, quello avvenuto il 10 aprile del 2010, questo il verdetto a carico di Vincenzo Nappi, l’imprenditore del Vallo di Lauro assurto alla ribalta nazionale a causa di un’accusa gravissima: quella di aver sciolto nell’acido un suo operaio, il quarantaduenne romeno Ivan Misu.
Assolto limprenditore accusato di aver sciolto operaio nellacido