Travolse e uccise un 60enne: l’amarezza della vedova per la scarcerazione dell’assassino

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«Siamo amareggiati e sconvolti: l’assassino di mio marito è ora libero di riprovarci». Sono piene di dolore e sconcerto le parole della signora Silvana, all’indomani della scarcerazione per decorrenza dei termini del bulgaro Marin Traykov, di 35 anni, accusato di avere travolto ed ucciso il marito Albino Saracino in quel drammatico incidente stradale avvenuto lo scorso 11 dicembre su viale Marche, nel quale rimase ferito gravemente anche il figlio Davide.
«L’assassino di mio marito è libero per decorrenza dei termini e per di più potrebbe anche lasciare l’Italia liberamente, senza pagare per il suo reato» commentano la donna ed i figli, affidando il loro pensiero al proprio legale Angelo Massimo Benedetto. Il riferimento è alla decisione del gip del Tribunale di Lecce, che l’altro giorno ha scarcerato il 35enne straniero accusato di omicidio stradale (risultò anche positivo all’alcol test), emettendo nei suoi confronti un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale.

La scarcerazione di Traykov, fanno sapere i familiari, è stata per loro una vera e propria doccia fredda, tanto per la moglie dell’uomo quanto per i figli Gloria e Davide, quest’ultimo rimasto gravemente ferito dopo che la Bmw condotta dal bulgaro travolse lui e suo padre, mentre in sella ad uno scooter stavano raggiungendo di buon mattino la stazione ferroviaria di Lecce.

«La legge dovrebbe tutelarci – continuano la consorte della vittima – in questa triste vicenda noi invece ci sentiamo soli, abbandonati. L’assassino di mio marito è libero, io potrei anche incontrarlo. Non solo, potrebbe essere ancora protagonista di incidenti di questo tipo e di altri fatti analoghi ed altrettanto gravi. Rischia di farla completamente franca e questo non è giusto: io ho perso mio marito ed i miei figli il loro padre».

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Giovedì 14 Giugno 2018 – Ultimo aggiornamento: 21:13

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