Uno zoo straordinario: la collezione di Pierre Rosenberg alle Stanze del vetro a Venezia

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    Uno zoo di vetro unico nel suo genere, una fattoria degli animali luccicante e colorata a misura di bambino (ma anche di adulto alla ricerca di qualcosa di inusuale e stimolante). Sono oltre 750 – tra elefanti, cani, ippopotami, gatti, giraffe, mammut, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe e volpi – i pezzi in esposizione nella mostra “L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg” in programma fino al 1 novembre 2021 a Le stanze del vetro a Venezia. Una splendida parata di esemplari unici, tutti appartenenti all’inconsueta scuderia di Pierre Rosenberg, storico direttore del Museo del Louvre di Parigi e assiduo frequentatore della città lagunare. Con un allestimento unico e coinvolgente, le scenografie sono di Denise Carnini e Francesca Pedrotti, L’Arca di vetro ripercorre la storia del vetro muranese del Novecento attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro. In particolare presentando al pubblico la collezione che Rosenberg ha messo insieme nei suoi numerosi soggiorni veneziani. La Murano del Novecento ha prodotto un repertorio assai vasto di animali di vetro, creazioni che da un lato incantano per le infinite interpretazioni del soggetto e dall’altro testimoniano un’inimitabile tecnica millenaria. L’animale in vetro ha due caratteristiche che lo distinguono dai bestiari realizzati in altri materiali: non ha mai atteggiamenti feroci, che sono invece tipici della scultura animalier più tradizionale, e soprattutto non è mai considerato come un gioco.

    L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg, Stanze del vetro, Venezia

    Un profondo senso ludico pervade questa collezione di rara ecletticità, raccolta mescolando animali celeberrimi a quelli di vetrerie meno note o persino sconosciute. Non mancano esemplari delle serie più famose, come i pulegosi di Napolene Martinuzzi, i volatili di Tyra Lundgren o di Toni Zuccheri per la Venini, persino i minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale da Bruno Amadi. Accanto ad esemplari della Seguso Vetri d’Arte, agli zebrati di Barovier&Toso, agli acquari di Alfredo Barbini, la mostra propone un vasto campionario di animali interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale. E a dimostrazione dell’inesauribile ispirazione del soggetto animalier, la mostra include anche sculture di artisti viventi come Cristiano Bianchin, Marcantonio Brandolini d’Adda, Franck Ehrler, Massimo Nordio, Isabelle Poilprez, Maria Grazia Rosin e Giorgio Vigna. A corredo dell’esposizione viene proiettato un video d’animazione realizzato da Giulia Savorani, artista visiva e regista che, partendo da disegni su vetro, ha dato vita a una fiaba ideata per l’occasione da Giordana Naccari. Da segnalare il catalogo, edito da Skira, che racchiude la schedatura scientifica di tutti i pezzi messi in relazione con disegni, foto e stampa d’epoca provenienti da archivi pubblici e privati, tra i quali anche il Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini e l’ASAC – Archivio Storico della Biennale di Venezia. L’Arca di Vetro è inoltre visitabile in modalità digitale grazie al virtual tour 3D – accessibile, sia da desktop che da mobile, collegandosi al sito.

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