
Il virus è stato rilevato in 22 province tra Nord e Centro, tra cui anche Viterbo. Il maggior numero di province interessate è in Lazio e Sardegna, tanto che il Centro nazionale sangue ha disposto la sospensione temporanea per 28 giorni dei donatori di sangue e di emocomponenti che abbiano soggiornato anche solo per una notte in queste province nella stagione estivo-autunnale 2017.
Si tratta di: Reggio Emilia, Ravenna, Modena, Venezia, Rovigo, Brescia, Cremona, Bologna, Ferrara, Padova, Verona, Oristano, Mantova, Novara, Pavia, Milano, Piacenza, Lodi, Viterbo, Treviso, Vicenza, Livorno. «Il virus compare in Italia in agosto-settembre, viaggia con gli uccelli e viene trasmesso dalla zanzara culex, la zanzara comune. In particolare – spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità – quest’infezione tende a colpire il cavallo e l’uomo. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale, ma nell’1% l’infezione virale può provocare meningite o meningo-encefalite. Insomma, si tratta di un’infezione più grave della Chikungunya, a cui sono risultate positive tre persone ad Anzio».
Un virus dal nome esotico, che viaggia attraverso la circolazione sanguigna fino a raggiungere il cervello e il midollo spinale, provocando un’infiammazione che può dare sintomi neurologici gravi e potenzialmente fatali. Il Virus del Nilo Occidentale ha avuto origine «in Africa molti anni fa, ma poi si è diffuso in tutto il mondo ed oggi è arrivato ad interessare anche Australia, Asia, Europa e Nord America – continua Rezza – L’infezione è stata diagnosticata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1999. Il virus si trasmette solo direttamente, attraverso le zanzare, ma non da cavallo a cavallo o da cavallo a uomo». Nelle scorse settimane in Italia è stato segnalato un caso umano di febbre da West Nile virus nella provincia di Vicenza e un caso di malattia neuro-invasiva nella provincia di Livorno. A Viterbo sono stati colpiti dei cavalli.
«In generale in Italia – ricorda Rezza – l’area più colpita è quella della Pianura Padana, con Emilia, Veneto e anche una zona della Sardegna occidentale. In Europa si registrano casi nei Balcani, in Grecia e in genere vicino ai grandi fiumi. Ogni anno abbiamo nel nostro Paese qualche decina di casi sporadici, ma le infezioni sono più numerose perché asintomatiche, ecco perché è opportuno lo stop delle donazioni di sangue».