Siri compie 10 anni: curiosità, innovazioni (e svarioni) dell’assistente vocale Apple

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    (Foto: Apple)

    In occasione del keynote di presentazione del nuovo iPhone 4s del 4 ottobre 2011, Phil Schiller svelava ufficialmente Siri. Dieci anni dopo, l’assistente vocale di Apple è ancora saldamente tra le priorità del colosso californiano: ripercorriamo la storia di questa importante innovazione dalle costanti migliorie agli inevitabili tonfi incontrati sul percorso.

    Dopo una prima vita quasi del tutto dimenticata come app indipendente destinata a sbarcare anche su Android e BlackBerry, il software veniva prontamente rilevato da Cupertino nell’aprile del 2010, concentrandosi unicamente sui dispositivi della mela morsicata. La seconda nascita di Siri avveniva a poche ore della scomparsa dello storico co-fondatore del brand, Steve Jobs.

    A presentarla fu dunque il responsabile marketing Phil Schiller, affermando che “Per decenni, gli esperti di tecnologia ci hanno preso in giro con questo sogno di essere in grado di parlare con dispositivi tecnologici per far cose per noi. Ma il momento non arrivava mai. Quel che vogliamo veramente è semplicemente parlare al dispositivo e non basarsi su una sintassi troppo basilare e per nulla naturale. C’è una funzione su iPhone 4s che chiamiamo Siri“. Era l’inizio di un’era in cui l’interazione con lo smartphone e poi con i computer, con i tablet, con gli smartwatch, con la tv, persino con le auto come nel caso delle Mercedes Classe A che inauguravano il supporto su quattro ruote (poi al centro di aspre discussioni) già nel 2012.

    La storia di Siri

    L’Italiano non era tra le lingue supportate dal giorno zero come inglese, francese e tedesco tramite iOS 5. Nelle prime versioni, Siri poteva impostare appuntamenti, comporre messaggi o email, riprodurre musica, chiamare un contatto oltre a interagire con app come Google Maps. All’inizio gli errori erano numerosi, soprattutto in mobilità viste le connessioni non così veloci e stabili come oggi: significativo come alcuni test sul campo ponevano Siri ben dietro l’allora rivale Google Now come accuratezza delle risposte con un 62% vs 86%.

    Si sarebbe dovuto attendere l’anno seguente (il 2012) con iOs 6 che aggiungeva il nostro idioma assieme allo spagnolo e al cinese oltre a supportare la ricerca di ristoranti e locali, mostrare risultati sportivi e di borsa; inoltre, Siri sbarcava su iPad e iPod Touch. La voce originale di Siri è dell’attrice americana Susan Bennet, mentre quella italiana è ancora misteriosa a tutt’oggi.

    Tra le più importanti migliorie delle versioni successive, Siri integrava la ricerca brani di Shazam e di acquistare brani su iTunes con iOs 8, arrivava la celeberrima frase di richiamo “Hey, Siri con iOs 9, giungeva la voce maschile italiana con iOs 10 e si arrivava finalmente a un’interazione più naturale e anche su Mac con iOS 11, anche se iniziava a patire la concorrenza di rivali agguerriti e spesso più performanti come Google Assistant e Amazon Alexa e doveva fare i conti con accuse di omofobia e poco rispetto della privacy.

    Con iOs 13 si potevano sfruttare nuove scorciatoie multi-passo e suggerimenti, con iOs 14 si potevano chiamare un elenco di contatti – utile in periodo di lockdown – oltre a chiamare i contatti di emergenza mentre. Infine, con il recente iOs 15 si poteva sfruttare l’elaborazione del parlato sul dispositivo e si faceva sempre più importante l’uso offline senza connessione.

    A proposito di Siri, ecco una serie di cose divertenti da chiederle.

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