Le accuse mosse dalle autorità antitrust riguardano una posizione di indebito vantaggio nel mercato pubblicitario grazie alla profilazione dettagliata degli annunci dei suoi inserzionisti
Facebook sta per subire la sua prima indagine antitrust da parte della Commissione europea e dell’autorità garante per la concorrenza e il mercato del Regno unito (Cma). Il colosso dei social è accusato di aver violato le regole sulla concorrenza, utilizzando i dati pubblicitari raccolti dagli inserzionisti per ottenere un vantaggio sleale nei loro confronti. L’indagine, avviata formalmente dalla Commissione venerdì 4 giugno, è l’ultimo di una serie di sforzi del regolatore europeo per ridurre la posizione dominante delle grandi aziende del digitale sui mercati europei.
La Commissione vuole verificare se Facebook abbia usato o meno una serie di dati, raccolti attraverso gli inserzionisti, per competere contro di loro nel settore degli annunci. In particolare, l’indagine valuterà se il collegamento tra il marketplace di Facebook e il social network abbia dato all’azienda di Mark Zuckerberg un vantaggio improprio nel raggiungere i clienti, superiore a quello degli altri inserzionisti, andando così a violare le regole sulla concorrenza dell’Unione europea.
“La Commissione – si legge nella nota rilasciata sul sito istituzionale – teme che Facebook possa distorcere la concorrenza per i servizi di annunci online. In particolare, Facebook potrebbe fare uso dei dati ottenuti dai fornitori concorrenti, nel contesto della loro pubblicità sul social network, per aiutare Facebook Marketplace a superarli. Facebook potrebbe, per esempio, ricevere informazioni precise sulle preferenze degli utenti dalle attività pubblicitarie dei suoi concorrenti e utilizzare tali dati per adattare Facebook Marketplace”.
Dall’altra parte, l’antitrust del Regno unito ha lanciato un’indagine simultanea, per esaminare se Facebook stia usando i dati raccolti dagli utenti e dagli inserzionisti, per ottenere un vantaggio sleale rispetto agli annunci sul marketplace e per i servizi di incontri (come Facebook dating).
Le due investigazioni aprono un altro fronte del braccio di ferro tra le istituzioni e le più grandi aziende tecnologiche del mondo, per contenere il loro potere sui mercati. In un momento in cui, durante e dopo la pandemia, il commercio online e il settore degli annunci sono diventati sempre più importanti e influenti nella vita delle persone. Aprire un’indagine formale significa che i regolatori sono autorizzati a raccogliere prove e costruire una solida documentazione sulle violazioni antitrust. Un processo che le aziende in questione non possono ostacolare e che può portare a multe pesanti o un ordine a cambiare il modo in cui queste operano. In risposta alle accuse, riporta Associated press, Facebook ha dichiarato che “continuerà a cooperare pienamente con le indagini per dimostrare che sono senza fondamento”.