“Si è rotto l’uomo, paralizzato dalla paura”. Intervista a Vittorino Andreoli

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    Lo psichiatra, autore di “Homo Incertus” (Rizzoli) ad Huffpost: “Se c’è una speranza è nei ‘Nessuno’ che abbiamo intorno. Impariamo a per-donare, nel senso di dare qualcosa di noi”

    Linda Varlese

    “Negli ultimi anni, la cosa che più mi colpisce è che le persone manifestano una grande insicurezza: un sentimento che c’è sempre stato, ma occupandomi degli uomini e in particolare dell’uomo che soffre, del ‘folle”, dell’uomo rotto, mi accorgo che è diventato un tema dominante”. Al centro di “Homo incertus”, ultimo libro, edito da Rizzoli, scritto dal Professor Vittorino Andreoli, psichiatra e studioso dell’uomo contemporaneo, c’è la riflessione sul senso di incertezza che viviamo e che invade ogni campo: dalla società, alla famiglia, alle relazioni sociali, fino ad attingere al nostro io interiore. ”È un’insicurezza paralizzante che ci investe dentro di noi e fuori di noi”, spiega il Professore ad Huffpost. “Il risultato è un uomo che finisce per vivere malissimo e per non fare nulla, che non ha nemmeno più il coraggio di agire”.

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