Morto il medico cinese che per primo lanciò l’allarme Coronavirus

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    È morto Li Wenliang, il primo medico ad aver segnalato la pericolosità del coronavirus. Di 34 anni, era stato contagiato da un paziente. A riportare la notizia è il Global Times, che inizialmente aveva annunciato per errore la sua morte. Infatti, nel pomeriggio aveva annunciato il suo decesso, poi smentito dall’ospedale di Wuhan. Il medico era ricoverato dallo scorso 12 gennaio, e le sue condizioni erano peggiorate presto. Wenliang non era stato preso sul serio fin da subito dalle autorità cinesi: venne anche minacciato dalla polizia locale.

    Global Times

    @globaltimesnews

    Chinese doctor , one of the eight “whistleblowers” who tried to warn other medics of the coronavirus outbreak but were reprimanded by local police, died from at 2:58 am Friday, the hospital where he received treatment announced. https://www.globaltimes.cn/content/1178814.shtml 

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     Nel tardo pomeriggio era arrivata la smentita sulla sua morte. Secondo il South China Morning Post, l’ospedale di Wuhan aveva smentito che Wenliang sia deceduto. “Al momento si trova in condizioni critiche e stiamo facendo del nostro meglio per rianimarlo” avrebbero scritto nell’account ufficiale di Weibo dell’ospedale.

    SCMP News

    @SCMPNews

    Hospital denies death of Li Wenliang, doctor who alerted authorities to the coronavirus outbreak https://www.scmp.com/news/china/society/article/3049411/coronavirus-li-wenliang-doctor-who-alerted-authorities-outbreak?utm_content=article&utm_medium=Social&utm_source=Twitter#Echobox=1581009311 

    Li Wenliang, doctor who alerted public to coronavirus, dies at 34

    Wuhan Central Hospital confirms Li’s death as commenters on Chinese social media mourn his loss and express anger at his treatment when he tried to share information about the coronavirus only to be…

    scmp.com

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    Si era ammalato a metà gennaio, dopo aver inconsapevolmente contrattato da un paziente con il coronavirus. Ricoverato in ospedale il 12 gennaio, nei giorni seguenti le sue condizioni erano peggiorate al tal punto che era stato trasferito in un reparto di terapia intensiva. Il primo febbraio Li era risultato positivo al coronavirus.

    Li, oftalmologo di 34 anni, aveva notato a dicembre sette casi di un virus che gli ricordava la Sars all’ospedale di Wuhan dove lavorava. Aveva tentato senza successo di avvertire i colleghi, di condividere l’allarme che quei casi sospetti avevano suscitato, ma le autorità locali gli fecero capire che era il caso di smetterla.

    Un mese dopo Li ripropose la sua storia in un post, affidato questa volta da un letto di ospedale dove si trovava ormai ricoverato dopo essere stato contagiato. La sua foto con la maschera dell’ossigeno e il tesserino d’identità mostrato con fatica è diventata virale sui social in mandarino, perché nel frattempo è diventato un eroe: ha sfidato il potere dell’autorità locale per una “nobile causa” a favore della collettività.

    La Bbc, di recente, ha dato conto della sua vicenda, quando il 30 dicembre inviò un messaggio in una chat tra colleghi, avvertendoli del pericolo e suggerendo di adottare le protezioni necessarie per evitare il contagio. Si trattava a quel punto però solo di un’intuizione, perché il giovane dottore ignorava di trovarsi davanti a un nuovo coronavirus.

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